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218 Altarana

per mostrar che era sicura di sè e che aveva piena fede nel Consiglio; ed ella si arrese. Ma, senza dirle nulla, il giovane decise di venirle in aiuto, e anche di vendicarla in un certo suo modo, che già volgeva in mente da vari giorni. Scrisse al giornale la Scuola elementare, che andava per tutta la provincia e per altre parti d’Italia, una lettera, nella quale fece la storia della contesa, fustigando il sindaco di santa ragione, e sollecitando l’intervento del provveditore, a cui pregò la direzione di mandar l’articolo, secondo l’uso, segnato di rosso. Quest’avvertimento, a parer suo, avrebbe se non altro intimidito il tiranno, se pur non indotto il provveditore a provveder subito; e in ogni caso sarebbe stato un buon ceffone su quella odiosa faccia di cuoco, che ne avrebbe portato il segno un bel pezzo.

E allora cominciò una lotta in un nuovo campo, che sarebbe riuscita infinitamente comica se non fosse stato così deplorevole il fatto da cui moveva; una di quelle tante lotte che s’attaccano fra i giornali scolastici, protettori dei maestri abbonati, e le autorità dei piccoli comuni, le quali, dovendo battersi con la penna, ci fanno per solito una magra figura. Il direttore del giornale pubblicò la lettera, giusta l’usanza, senza nome, fingendo d’averla ricevuta da Torino, e aggiungendovi fra l’altre frangie: “che il sindaco aveva chiuso la scuola villanamente, come altre volte sbatteva l’uscio della cucina, quando il guattero gli lasciava bruciare la salsa„ e ci mise a modo di chiusa (cosa non nuova in siffatte polemiche) un invito a tutti gli abbonati dei due sessi, di mandare al sindaco un biglietto di visita come segno d’ammirazione per “la maravigliosa disinvoltura con cui si metteva sotto i piedi la legge e s’infischiava delle autorità scolastiche superiori.„ Il maestro ricevette una copia del giornale, ch’era la sola che arrivasse in paese, e pensò che al municipio pure l’avessero ricevuta; ma per fare in modo che la dimostrazione dei biglietti riuscisse inaspettata, la direzione non aveva mandato nulla nè al sindaco nè ad altri, contando che vari giorni sarebbero trascorsi prima che avessero avuto notizia dell’articolo per altra via. E così avvenne infatti. Usando i maestri e le maestre, in queste occasioni, di sostenersi a vicenda con un buon accordo che lasciano spesso desiderare nei con-