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Le prime conoscenze 15

a veder la scuola e i colleghi, e stasera alle cinque me lo porti a casa a desinare. Sarà bene che lo presenti anche al signor Toppo. E dopo desinare si faranno quattro passi nel parco. Ben arrivato, dunque; buoni auguri e a rivederci.


Il maestro uscì soddisfattissimo, ed espresse il suo sentimento al segretario. Questi fece l’apologia del suo capo. Era possessore d’uno dei più grossi patrimoni del paese, aveva due grandi case a Torino; ma la ricchezza non contava. Era un fior di galantuomo e di gentiluomo, un cuore di Cesare. Già suo padre era stato sindaco di Garasco per vent’anni, e vi passava ogni anno sei mesi, dal giugno al novembre. Ma il figliuolo, cacciatore, floricultore, alpinista, innamorato della campagna, ci stava da due anni anche d’inverno, non scappando a Torino che ogni tanto. D’estate era l’anima di tutte le feste; il paese lo adorava. Egli doveva a lui d’essere segretario comunale: s’erano conosciuti in collegio; poi egli aveva preso la carriera militare, quegli studiato da avvocato. Arrivato al grado di tenente di fanteria, aveva dovuto, per ragioni di famiglia, farsi applicare l’articolo 3°, e trovandosi senz’occupazione, s’era procurato, per consiglio dell’amico, le patenti di segretario comunale, e aveva ottenuto il posto a Garasco. Poteva dire che col sindaco vivevano ancora come compagni di collegio; andavano insieme alla caccia, a pescare, a far cavalcate; ma egli non abusava della familiarità; in servizio si teneva al suo posto. Era contento: non avrebbe cambiata la sua condizione col grado di maggiore. E diceva la verità, fuorchè riguardo all’articolo 3°, perchè dall’esercito l’aveva messo fuori un Consiglio di disciplina, e riguardo all’adorazione del paese per il sindaco, poichè la caccia e le feste lo distoglievano un po’ troppo dall’amministrazione, e molti brontolavano. In assenza del sindaco, chi faceva tutto, e anche più del bisogno, era l’assessore Toppo, un armeggione burbanzoso che il paese vedeva male. Quando c’era qualche faccenda che premesse, i due giovani amici la scaricavano addosso al compare, e partivano insieme sui velocipedi. Così correvano gli affari del comune.