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226 Altarana

MISERIA.


Mentre egli passava in rassegna tutta questa miseria, le condizioni della maestra Galli s’andavan facendo sempre più gravi. Il peculio l’aveva impiegato a pagare una parte dei debiti, con la speranza di farsi aprire crediti nuovi; ma i rivenditori, che vedevan sempre chiusa la scuola senza che le autorità di Torino intervenissero, cominciando a dubitare che ella potesse spuntarla, parte rifiutarono di darle a credenza altra roba, parte non gliela diedero più che con l’aria di farle una grazia, brontolando. Le domandavano: — E così, quest’ordine della prefettura, signora maestra, viene o non viene? — o le dicevano: — Si serva pure.... ma par che le cose vadano un po’ per le lunghe. — E quegli sgarbi le facevan così male che, per scansarli o provocarli il meno possibile, si riduceva a non comprare che lo strettissimo necessario per vivere, misurato grammo per grammo. Le serve del paese passavano apposta nelle botteghe, dopo di lei o dopo la contadinella che le faceva i servizi, a informarsi, o a vedere, se potevano, e facevan dei commenti sulla povertà lamentevole della spesa, che calava ancora di giorno in giorno. La maestra, dicevano, faceva la cura per dimagrare; da una mattina all’altra si vedeva camminare più svelta; si nutriva poco per non essere impedita a studiare dalla digestione; e ridevano in crocchio, alle cantonate. Alcune interrogavano le figliuole del panattiere e del macellaio, sue alunne, per saper preciso a quanto ammontasse il suo debito, e riferire ai padroni; così che nelle famiglie potevan tener dietro lira per lira, sto per dire, al progresso della sua miseria. Essa indovinava tutto questo, e quella pubblicità abbominevole della sua indigenza, mentre da un lato le trafiggeva l’animo, pareva dall’altro che raddoppiasse il suo coraggio, come la vista della folla al condannato a morire. Il maestro, stando dietro alle persiane della sua finestra, la guardava qualche volta rientrare in casa, e col cuore pien di pietà, l’ammirava. Quanto più le sue angustie crescevano, tanto più gli sembrava che