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Pagina:De Amicis - Il romanzo d'un maestro, Treves, 1900.djvu/31

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Le prime conoscenze 23

affacciata per vedere se il nuovo maestro si levava il cappello, passando davanti alla chiesa.


Non gli rimaneva che a far la conoscenza di don Leri, l’altro maestro, il quale abitava nello stesso edifizio delle scuole, dove il Comune aveva assegnato a lui una camera; ma per questo non ebbe bisogno del segretario. Egli ricevette la sua visita la sera stessa, tornando da desinare col sindaco, il quale l’aveva assai divertito con la descrizione dell’ultima gara dei canottieri di Torino. Se ne stava ricapitolando le impressioni della giornata, nella sua cella nuda e bianca, che aveva una finestra sulla strada, e una specie di locarna sul cortile erboso del monastero, quando sentì picchiare all’uscio, e domandato: — Chi è? — intese una voce grassa e armoniosa rispondergli: — Il collega. — Il primo aspetto di costui lo intimidì. Era uno dei più maestosi preti che avesse mai visto, una bella faccia di cardinale, grave e benigna, che mostrava nella fronte ampia, solcata da una ruga verticale, l’abitudine della meditazione; piuttosto poderoso delle membra, che pingue, e ancora coi capelli tutti neri, benchè paresse già vicino alla cinquantina. Egli si domandò al primo vederlo come mai un uomo simile potesse non esser altro che un maestro elementare.

Il prete gli tese la mano e, sedutosi nell’atteggiamento di chi non si vuol trattenere, gli diede il benvenuto con certa cordialità dignitosa, esprimendogli il suo rammarico ch’egli non dovesse rimaner nel villaggio che un anno, e la speranza che si sarebbero fatti compagnia, — qualche volta.

— Non la sera, però, — soggiunse gravemente, — perchè io non esco la sera. — E spiegò che da anni, immutabilmente, egli dedicava le serate a un lavoro a cui aveva posto mano fin da giovane, e pel quale gli occorrevano ancora delle lunghe letture.

Il maestro gli domandò, titubando, se non sarebbe stata indiscrezione di chiedergli il titolo....

— La religione e la scuola, — rispose il prete con accento modesto, alzandosi, e gli porse la mano in atto di commiato. Poi riprese con voce grave: — Io vivo con la mia vecchia sorella. Se in qualche cosa la posso servire.... di giorno.... Ella sa dove abito. Sarà sempre