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Nuovi colleghi 55

NUOVI COLLEGHI.


Ebbe ancora a Garasco, dopo la visita dell’ispettore, una grata sorpresa, e fu una lettera di sua cugina, la figliuola del violinista, la quale gli annunciava di essere fin dal principio dell’anno maestra a Pilona, frazione d’un comune alpino dello stesso suo circondario, e, datogli un cenno di certe avventure romanzesche che aveva avute nell’Italia meridionale, dov’era stata due anni, lo invitava ad andarle a fare una visita al suo romitaggio, dopo gli esami.

Il ricordo delle parole affettuose ch’essa aveva scritte alla famiglia quando era morto suo padre, e la simpatia che ispira alla gioventù dei due sessi quel grado di parentela, il quale pare quasi una predestinazione all’amore, gli mise un gran desiderio di andarla a vedere; e c’entrava pure la viva curiosità ch’egli, come novizio, aveva ancora del mondo scolastico, e più che altro delle sue colleghe. Spinto da questa curiosità egli cercava l’occasione di conoscere tutti gli insegnanti che venivano dai vari comuni del mandamento a riscoter lo stipendio nel suo; e li conobbe in gran parte. Una lo divertì in special modo, un carabiniere di maestra cinquantenne, vedova, con una gran voce e due grandi braccia, che trattenendosi al caffè a ber la gazosa, raccontava amenissimamente le prodezze e disavventure del suo municipio. Il quale, anni prima, aveva dato le scuole in appalto ai frati, una data somma, vale a dire, con cui dovessero provvedere ai locali e ai maestri; ma quelli, essendosi fatti maestri essi medesimi, e avendo ricomprato dal municipio per un pezzo di pane l’edifizio del loro convento soppresso, erano così rientrati e rimasti accortamente in casa propria, stipendiati per giunta, e col vantaggio per soprappiù, d’aver le scuole nelle mani; fin che un bel giorno il Consiglio di Stato, annullando l’atto munici-