Pagina:De Amicis - La mia cara Italia.djvu/140

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e perciò porgendoci la mano da buoni amici con lui ripeto l’augurio che sorga in Italia un uomo di Stato che sappia valersi del grande amore che il Pontefice sente per la Patria nostra e dei grandi mezzi di salvezza politica ed economica di cui il Papato può sempre disporre per Roma e per l'Italia.

Fosse pure quest’uomo che avesse a sorgere Francesco Crispi, sia egli il benvenuto, la Patria per mezzo suo salvata, saprà immortalarne il suo nome.

Qui giunto il mio libro è finito, ed io sarò dal mio lettore giudicato... Sarà il verdetto a me favorevole o contrario?

Io non lo posso sapere: solo mi auguro che queste pagine non siano disprezzate dalla imparzialità degli Italiani che ancora amano il proprio Paese.

Ma prima di consegnare questo mio scritto all’editore, vorrei chiamare dalle rive dell’Arno la veneranda figura di Augusto Conti, vorrei domandarle se in queste pagine io ho demeritato di lui! vorrei chiederle se ho profanato il suo nome!

Ma che dico? Avrei io potuto farlo? Se il lettore troverà in queste pagine qualche cosa di Vero, di Buono e di Bello, non sono io che lo raccolsi dal giardino fiorito delle Opere di Augusto Conti?

Vorrei qui chiamare la figura veneranda di questo uomo ammirabile, perchè esso colla vivezza della