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su i libri, sulla bocca dei maestri; lo parli lui quando e come può: sia reso famigliare col favellare pulito delle persone dabbene; impari a pesare le parole e valutarne non il suono, ma il significato. Un insegnamento come questo è tutt’insieme istruttivo ed educativo. Con esso voi emanciperete l’operaio da una tirannia forse più odiosa di tutte e più impunemente esercitata, la tirannia dell’eloquenza declamatoria dei demagoghi ambiziosi, che trascina lui ignorante, affascinato da parole che lo commovono senza ch’ei le capisca, a tutti gli errori e a tutti gli eccessi che giovano ai pochi, e cattivi. Rendere quel linguaggio intelligibile all’operaio, è privarlo d’ogni potere nocivo; è spuntare un’arma, terribile solamente perchè il popolo non è assuefatto a maneggiarla, e perchè non la conosce.»


IV.


«Dell’insegnamento dell’aritmetica dirò poco, non perchè non manchino riforme da additare anche i qui a facilitare il compito delle scuole d'Arti e Mestieri, ma perchè riescirei troppo più lungo che non comporti la natura di questo scritto.

Avverto che un’usanza, alla quale è da imputare la tardità del profitto che si fa in questa materia da’ giovani che frequentano le scuole po-