Pagina:De Amicis - La vita militare.djvu/156

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148 il coscritto.

genti, campagne, monti, mari, tutto un mondo nuovo, svariato, stupendo, tutto il nostro bel paese, l’Italia, che finora tu conosci soltanto di nome; e troverai delle meraviglie per ogni parte: statue, chiese, palazzi, giardini; e nelle ore di libertà andrai a vedere ogni cosa, per poter poi raccontar tutto alla famiglia e agli amici, quando sarai a casa. Nell’estate andremo ai campi d’istruzione, otto, dieci, venti reggimenti, e cavalleria e artiglieria, e vedrai che bella figura fa un accampamento, e che rumore, che allegrezza, che vita ci sarà tutto il giorno, e quelle grandi manovre a fuoco, e quelle feste che si faranno prima di levare il campo, musiche, balli, tombole, corse, e tutti gli ufficiali e i generali a fare il chiasso e a divertirsi in mezzo ai soldati, e tutta la gente venuta dai paesi vicini a godere quello spettacolo e a batter le mani. Allora tu conoscerai già tutti i soldati del corpo, avrai un’infinità di buoni amici, il reggimento ti parrà una grande famiglia, e tutti gli onori che si faranno al reggimento ti parranno fatti a te, e vorrai bene al tuo vecchio colonnello come a un altro padre, e quando vedrai comparire la bandiera davanti ai battaglioni schierati, e la banda suonerà la marcia del corpo, e tutti presenteranno le armi, ti sentirai battere il cuore di contentezza e di orgoglio, e tremerai tutto dalla commozione. E a poco a poco porrai affetto a ogni cosa: alle tue armi, alla tua divisa, al tuo gamellino, a questo cortile, a queste scale, a queste mura; e quando starai per partire, e sarai già stato a salutare il tuo capitano, i tuoi ufficiali, i tuoi sergenti, e tutti gli altri soldati ti verranno intorno a far festa, e — addio, e — buon viaggio, — e — ricordati di noi; — allora ti si stringerà il cuore, sai! ti si stringerà il cuore come quando sei partito da casa; e sceso giù nella strada, ti volterai a guardare per l’ul-