Pagina:De Amicis - La vita militare.djvu/159

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il coscritto. 151

non sono mai stati in punizione, e così spero di me. E il tempo passa presto, perchè ci faranno viaggiare e ci sono le statue, i giardini e le chiese da vedere, e poi le manovre, poi anche i campi, e i generali si divertono insieme ai soldati e si fa la tombola. Poi fa piacere vedere la bandiera e sentire la musica; si trovano degli amici, e il colonnello vecchio si può dire che sia un nostro secondo padre e noi altri i suoi figliuoli. Intanto ti saluto e sta’ bene, ec. Tuo affezionatissimo figlio.»

— Bravo! —

Il soldato rise e abbassò la testa come fanno i bambini quando si senton dire che son belli.

— Adesso, per farmi piacere, andrai giù a bere un mezzo bicchiere di vino alla salute di tutti i coscritti. To’. —

E gli porse un biglietto.

— Signor ufficiale! — disse il soldato vergognandosi e facendo l’atto di rifiutare.

— Eh! — gridò l’ufficiale in tuono di minaccia.

Il coscritto prese il biglietto, e avviandosi per uscire, balbettò qualche parola di ringraziamento: — Signor ufficiale.... io.... non so proprio.... sento che....

— Silenzio! —

Uscì frettolosamente, scese le scale a tre scalini alla volta; fece due o tre salti nel cortile fregandosi le mani, ridendo e borbottando tra sè; entrò nella cantina; la vivandiera gli mescè un bicchier di vino con un bel garbo e un bel sorriso che gli fecero dimenticare la scena di poco prima; bevette, uscì....

Appena uscito, incontrò quel tal caporale, che gli si avvicinò con un viso meno agro e un fare più cortese.

— Di’ un po’: è tuo parente quell’ufficiale che ha parlato con te un’ora fa?