Pagina:De Amicis - La vita militare.djvu/189

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carmela. 181

ragazza di cui s’era ingelosita per non so che motivo, o la finiva o la conciava male. Proprio qui dirimpetto al caffè l’aveva agguantata, in presenza di tutti, e fu una scena seria. E non è stata la sola. Non c’era più modo che una donna, passando dinanzi alla casa del suo ufficiale, alzasse gli occhi alle finestre, o si volgesse indietro a guardarlo incontrandolo per via, senza ch’essa minacciasse di fare qualche sproposito. Insomma, giunse il giorno del cambio del distaccamento; l’ufficiale promise che sarebbe tornato dopo un par di mesi, la ragazza lo credette, ed egli se n’andò e non fu più visto. La poveretta ammalò. Forse, risanando e perdendo a poco a poco quel barlume di speranza che le restava, sarebbe riuscita a dimenticare; ma prima ancora che si riavesse dalla malattia, seppe, non so come, che il suo amante s’era ammogliato. Il colpo giunse inatteso e fu terribile. Impazzò. Ecco la storia.

— E poi?

— Poi, come le dissi, fu mandata all’ospedale in Sicilia; poi ritornò, ed ora gli è più d’un anno che è qui. —

In quel punto un soldato si affacciò alla porta del caffè e cercò del dottore.

— Le dirò il resto più tardi; a rivederla. — Ciò detto, disparve. L’ufficiale, alzandosi per salutarlo, urtò forte colla sciabola nel tavolino. In quel punto s’udì una voce dalla piazza che gridava: — L’ho sentito, l’ho sentito! È là dentro! — E nello stesso tempo apparve la pazza sul limitare della porta.

— Mandatela via! — gridò l’ufficiale levandosi vivamente in piedi, come se fosse stato spinto in su da una molla; la ragazza fu fatta andar via.

— Andrò ad aspettarlo a casa! — la si sentiva dire allontanandosi; — andrò ad aspettarlo a casa, il mio ufficialino! —