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della vostra partenza potrebbe produr qualche effetto. Interrogai molte persone del paese e non riuscii a sapere altro fuor che voi partiste di notte, e prima di partire cenaste in casa vostra in compagnia del sindaco, del maresciallo dei carabinieri e di varie altre persone. I particolari di quella cena e della vostra partenza non si ricordano o si ricordano male. Li chieggo a voi col cuore di chi chiede un’opera di carità che costa poco o punto a cui l’ha da fare e può render la vita e la felicità a cui è da farsi. Scrivetemi tutto ciò che vi ricordate; ditemi delle persone, dei discorsi, degli atti, di tutto. E sopratutto procurate di dirmi l’ora e il minuto in cui seguirono presso a poco i più notevoli incidenti, e narratemi le cose con chiarezza e con ordine. Fatemi questo gran benefizio ch’io vi chieggo; fatemelo; ve ne supplico; ve ne sarò riconoscente per tutta la vita. Non aggiungo altro; confido nella generosità del vostro cuore; vi stringo la mano da buon camerata e vi dico addio.» Che te ne pare?

— Divinamente pensato, — rispose il dottore che aveva ascoltato colla più grande attenzione. — Sai il suo nome? il reggimento? il luogo? — Il sindaco sa tutto. — E credi che ti risponderà? — Lo credo. —

Rispose; — e rispose una lettera di otto pagine in cui erano scritti tutti i particolari richiesti intorno alle persone, alle cose, ai discorsi, alle ore, a tutto. Ma non un commento, non un’allusione al suo amore passato, non una parola che si riferisse ad altra cosa che a quella cena e alla sua partenza; non una sillaba fuor delle domande che gli erano state fatte; nemmeno un accento di pietà per Carmela. Ma da quella lettera nuda e cruda si capiva che, scrivendo, egli aveva dovuto sentire molto viva la stretta del rimorso. Se ciò non fosse stato, almeno una finta espressione di rammarico e di penti-