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quel giorno. 225

di carica. Un altro grido: — Savoia! — Il battaglione prorompe in un urlo altissimo e si slancia di corsa; non si vede altro che fumo; un altro scoppio; altri fischi; avanti, avanti.... Alto! la tromba ha suonato l’alto. Dove siamo? Dov’è il nemico? Che cosa si fa? Oh che fumo! Il battaglione è tutto sparpagliato. Ecco una casa. Par che partano delle fucilate da quella casa. — Attacco alla baionetta! — s’ode gridare confusamente in mezzo alle schioppettate; il battaglione si slancia avanti; dove si va? per dove si passa? Non si vede nulla. Ah! ecco una porta; dentro in furia a baionetta calata; un cortile, i nemici, una bandiera; animo, addosso. Intorno alla bandiera c’è un baluardo di petti, irto di baionette immobili. I primi, sopraffatti, s’accasciano; sugli altri, saldi come colonne, la furia assalitrice si arresta, e qui comincia un tempestare precipitoso di colpi che si sentono e non si vedono; le baionette s’incrociano e si urtano risonando acuto; scricchiolano i fucili spezzati; urli orrendi soffocati nella strozza, e gemiti tronchi che assecondano i conati dei colpi; le armi si drizzano, la mischia si chiude, i combattenti vengono a corto; si forma un gruppo confuso degli uni e degli altri, stretti, pigiati, faccia contro faccia; impugnano le baionette, si afferrano alla gola, incrocicchiano le braccia e le gambe, si avvinghiano e si divincolano, cadono, risorgono, pallidi, ansanti, co’ denti serrati, le teste scoperte e sanguinose; l’uno sente dell’altro il frequente e infuocato anelito sul viso; ad ogni tratto una faccia illividisce e un capo si arrovescia all’indietro colle pupille stravolte; il terreno è coperto di caduti; il gruppo attorno alla bandiera è rimpicciolito; l’alfiere ha toccato una baionettata nel petto. — A te! — grida con voce morente; un altro ha afferrato la bandiera. Intanto si combatte

da tutte le parti della casa. Si sentono grida lamente-


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