Pagina:De Amicis - La vita militare.djvu/455

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il più bel giorno della vita. 447


— Oh sì! — risponde il giovane con un sorriso e un sospiro.

— Dunque.... trovàti i compagni?

— Trovàti; ma ho fatto un gran girare, sa! Ne ho radunati una quindicina. Non li ho potuti veder tutti, qualcuno era fuor di casa; ma l’ho lasciato detto ai parenti, e verranno lo stesso. E ne trovai quattro o cinque che non volean credere. — Ma se noi non lo conosciamo il signor colonnello! Ma come mai gli è venuta quest’idea? domandavano. — Che v’ho da dire? io rispondevo; gli è venuta perchè è un signore di cuore, ecco. E non se ne capacitavano ancora e dicevano: — Scusateci, ma l’è una cosa che non s’è mai veduta! — Lo so anch’io che non s’è mai veduta, ma la vedrete adesso. E lì a spiegare che lei era colonnello, che voleva un po’ di bene a me, per bontà sua, e che io ho fatto il soldato, e che oggi debbo sposare, e che il signor padrone ha voluto farmi quest’onore di invitare alle nozze tutti i giovani dei dintorni che sono stati al servizio, perchè egli vuol bene ai soldati, e di tanto in tanto gli piace di vedersene qualcuno intorno, che gli pare di ritornare in mezzo al suo reggimento, e via discorrendo. Una volta persuasi, saltavano dalla contentezza, e non rifinivano di ringraziarmi. — Ce ne fosse uno al giorno di questi colonnelli! — dicevano. Li ho invitati per le quattro di questa sera.

— Bene;.... e ti ricordasti di dire che venissero vestiti da soldati?

— L’ho detto.

— Cosa risposero?

— Risero; ma dissero che sarebbero venuti come lei voleva. Qualcuno non aveva più tutta la roba. Mettetevi quel che avete, gli ho detto.

— Naturale. Dunque.... sentimi adesso; siedi.