Pagina:De Amicis - La vita militare.djvu/461

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il più bel giorno della vita. 453

sa, signor colonnello; quando si vede un soldato che guarda una ragazza, non si crede che ci possa essere altro che il solito perchè, e la ragazza perde la reputazione, e a me piangeva il cuore a pensarlo, e in parola di soldato d’onore, io glielo dico adesso a lei come se parlassi davanti a Dio, se mi è mai venuta solamente l’idea.... Ma come fare a non andarci? A non andarci mi sarei immaginato subito che dovesse accadere chi sa che, sarei stato sempre col batticuore; mi sentivo forzato ad andare. Ora senta che cosa seguì. Io conoscevo di veduta un giovinastro, che poteva avere un ventitrè o ventiquattro anni, ozioso, ubriacone, accattabrighe, tenuto d’occhio dalla questura, uno dei più cattivi soggetti del paese, e lo conoscevo per avere avuto da fare con lui più d’una volta, di notte, girando per la città colla pattuglia. Ebbene, un bel giorno.... non iscorderò mai la sorpresa e la tristezza che n’ho provato.... un bel giorno incontro questo individuo a braccetto della ragazza. Mi son sentito mancar le gambe, e per un momento non vidi e non capii più nulla. Da quel giorno, per più d’una settimana, non vidi più la ragazza sola; questo giovinastro l’andava ad accompagnare la mattina e l’andava a prendere la sera. S’accorse presto di me, e cominciò a guardarmi con due occhi di basilisco; io non gli badava. Ogni giorno, nel punto dove c’incontravamo, o ci fosse o non ci fosse quel tal signore, e se n’accorgesse o no il giovane che le era assieme, essa mi dava sempre un’occhiata, una sola, sempre uguale, sempre come me l’aveva data il primo giorno, e questo mi metteva nel cuore una gran forza e un gran coraggio. Ma chi sarà costui? io mi domandava ogni momento. E veda un po’ per che curioso accidente sono riuscito a sapere chi era. Un giorno, insieme alla solita fetta di pane, mi penso di