Pagina:De Amicis - La vita militare.djvu/63

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una sassata. 55

poi dolorosamente tra sè volgendo gli occhi e sporgendo la faccia verso quella gente come se in realtà parlasse con loro; — perchè mi fate così? che cos’avete con me tutti voi altri? v’ho fatto forse qualche cosa di male? Io non vi ho fatto niente, io. Gli è perchè ho dato un pugno a un ragazzo? Ma e lui perchè mi è venuto a insultare? chi l’aveva provocato, lui? E chi vi aveva cercati tutti voi altri? Che cosa volete da me? Io non ho offeso nessuno; io non vi conosco nemmeno; io sono un povero soldato, e faccio il mio dovere, e sto qui perchè me l’han comandato. Sì sì, sbeffeggiatemi, fischiatemi, vi fate un bell’onore a trattare i vostri soldati in quel modo.... come se fossero briganti, come se....

In quel punto, un torso di cavolo lanciato con gran violenza rasente la terra, saltellando, sibilando, gli venne a cadere ai piedi. — Dio! Dio! — egli gridò disperatamente, coprendosi con una mano la faccia e chinando la fronte sull’altra che teneva appoggiata sopra la bocca del fucile. — Io perdo la testa! Io non posso più resistere! Io mi brucio il cervello!... Ma allora è inutile, — gridò poi con voce soffocata e tremante dall’ira e dal dolore — è inutile che ci facciano portare queste.... — e die’ una forte manata di sotto in su nelle due medaglie che portava sul petto facendole urtare fra loro e risonare; — è inutile che ci diano le medaglie perchè abbiamo fatto la guerra pel nostro paese, se poi ci gettano in faccia i mozziconi di sigaro e i torsi di cavolo! Ah voi volete farmi abbandonare il mio posto? Voi volete che io tradisca la consegna? Ci foste anche cinquanta, vedete, ci foste anche cento, non mi fareste movere di qui; mi saltaste pure addosso tutti in una volta; io mi farei sventrare come un cane; ma al primo venuto, almeno al primo, una palla nel petto e a due altri, almeno a due, la baionetta nel ventre. Venite