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70 | la madre. |
coi piedi il pavimento, si morsicava or l’uno or l’altro labbro, si passava e ripassava la mano sulla fronte calda calda, e chiedeva tratto tratto ai vicini che ora fosse, e si guardava ogni momento dal petto ai piedi s’era pulito e se aveva ogni cosa al suo punto. Finalmente giunse quel sospirato mezzogiorno. Sospirato, però che sua madre, partendo da casa, come era detto nella lettera, intorno alle nove del mattino, avrebbe dovuto giungere in città fra il mezzogiorno e il tocco, tenuto conto della via ch’ella aveva a percorrere e della lentezza con cui, povera vecchia, l’avrebbe percorsa. Appunto in quell’ora i soldati doveano uscir di quartiere per attendere alla scuola del bastone. Il nostro buon figliuolo, facendo valere la lettera di sua madre, ottenne la dispensa da quella scuola. I soldati uscirono; i cameroni rimasero deserti; egli salì di corsa le scale, volò al suo letto, vi si appoggiò colla mano, e stette un istante fermo, chè gli pareva non potersi reggere sulle gambe, e il petto gli ansava forte forte.
Di lì a un poco, sedette sul letto; appuntellò i gomiti sulle ginocchia, appoggiò la faccia sulle palme, fissò gli occhi sul pavimento, e pensò: — Essa verrà. Verrà qui; proprio qui; in questa caserma. Oh Dio! — E ridendo in suoni tronchi e repressi si grattava con le mani la fronte. — Quattro anni che non la vedo! Quattro anni! — E faceva cenno colle quattro dita della mano. — Come sono stati lunghi! — E riandava colla mente le malinconie, gli scoraggiamenti e le ambasce patite. — Oh! — esclamava poi con un accento soave e tremante di amorosa pietà, giungendo le mani e scuotendo lievemente la testa cogli occhi fissi sur un punto del muro, come in atto di dire: povera mamma! e diceva infatti: — Povera mamma! E tu parti di così lontano per venirmi a vedere, e vieni sola sola, e a piedi, e fai tante ore di