Pagina:De Amicis - La vita militare.djvu/82

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74 la madre.

scarpe fermandosi tratto tratto a guardare se luccicassero per bene. — Voglio farmi pulito — diceva a se stesso facendo un viso serio serio e seguitando a dar di spazzola. — Sicuro; lustro come uno specchio voglio farmi. Voglio farmi un bel soldato, voglio piacerle. — Lustrate le scarpe, afferrò la spazzola da panni, poi il pettine, poi frugò un’altra volta nello zaino, ne trasse uno specchietto rotondo, l’aperse, si guardò.... Quando l’anima è profondamente agitata da un affetto forte e gentile, e la mente è tutta piena di pensieri e d’immagini ridenti, gli occhi e il sorriso s’improntano così della gentilezza di quell’affetto e della serenità di quei pensieri, che anche il viso men bello, in quei momenti, s’illumina d’un raggio di bellezza; ond’è che quel buon soldato, guardandosi nello specchio e vedendosi brillar l’anima sul viso, sorrise d’ingenuo compiacimento....

Si sente giù per le scale il rumore d’un passo accelerato; il soldato tende l’orecchio; il rumore s’appressa; si sente il passo nella stanza vicina; è il caporale di guardia; entra, guarda intorno, scorge il nostro buon giovane. — Di’ — esclama chiamandolo a nome — c’è una donna alla porta che ti cerca. —

— Mia madre! — gridò con subito slancio il figliuolo, e prese la corsa; traversò, volando, i cameroni; si precipitò giù per le scale, divorò il cortile, si gettò nell’androne, intravvide una figura di donna, si slanciò verso di lei, essa gli aperse le braccia, egli le cadde sul seno, e tutti e due gettarono un grido. Il figliuolo posò le palme aperte sulle tempie alla mamma, gliele fe’ scorrere dentro i capelli grigi, le piegò indietro la testa, la guardò, guardato, negli occhi; poi si serrò quel caro capo contro la spalla, lo coprì colle braccia e le inchiodò la bocca sui capelli, rimasti scoperti per la pezzuola caduta. La buona donna soffocava i singhiozzi contro la spalla