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138 | tleta de reissana. |
una sorgente e una palma, e visibili, per la loro nivea bianchezza, a grande distanza, servono di guida ai viaggiatori, vengon visitate dai fedeli e sono per lo più custodite da un discendente del Santo, erede della santità, il quale abita una casuccia vicina alla tomba e vive dell’elemosina dei pellegrini. La Cuba di Sidi-Lamani era posta sopra una piccola altura, a pochi passi da noi. Alcuni arabi della campagna stavan seduti dinanzi alla porta. Dietro a loro spuntava la testa del vecchio decrepito — il Santo — che ci guardava con una stupida meraviglia.
In pochi minuti divamparono i fuochi della cucina, e di lì a poco si fece colezione.
Una scatola di sardine, vuota, buttata via dal cuoco, fu raccolta dagli arabi, portata dinanzi alla porta della Cuba e fatta oggetto d’un lungo esame e di conversazioni animate.
Finito il lab el barode, quasi tutti i cavalieri della scorta, scesi a terra, si sparpagliarono per la piccola valle, parte per far pascolare i cavalli, parte per riposare. Alcuni, rimasti in sella, stettero di vedetta sulle alture.
In quel frattempo, passeggiando col capitano, osservai per la prima volta, colla scorta delle sue indicazioni, i cavalli marocchini. Sono tutti di piccola statura, tanto che tornato in Eu-