Pagina:De Amicis - Marocco.djvu/184

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famiglia e gli amici del prigioniero, vendettero tutti i loro averi e portarono a Sid-Abd-el Krim la somma richiesta. Gileli uscì di prigione, e appena uscito, radunò tutti i suoi, e fece con loro il giuramento solenne di uccidere il Governatore. La casa del Ben-Auda era posta a due ore di strada circa da quel giardino. I congiurati l’assalirono, in gran numero, nel cuore della notte, inaspettati. Uccisero le sentinelle, irruppero nelle sale, straziarono a pugnalate Sidi-Abd-el-Krim, le sue belle, i bimbi, i servi, le schiave, devastarono e incendiarono la casa, e poi si gettarono a traverso il paese innalzando il grido della rivolta. I parenti e i partigiani dei Ben-Auda raccolsero in furia tutta la loro gente e andarono incontro ai ribelli. I ribelli li dispersero e la rivolta si propagò per tutto il Garb. Allora il Sultano mandò un esercito; la ribellione, dopo una lotta accanita, fu domata; le teste dei principali rivoltosi spenzolarono dalle mura di Fez e di Marocco; la terra dei Beni-Malek venne divisa dalla provincia; la casa del Governatore fu ricostrutta; e Sidi-Mohamed Ben-Auda, fratello dell’ucciso, ospite dell’Ambasciata italiana, assunse il governo della terra dei suoi padri. Una passeggera rivincita della disperazione sulla tirannia, seguìta da una tirannia più dura: in questo fatto si riassume la storia d’ogni provincia e