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Pagina:De Amicis - Marocco.djvu/208

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barche di canne, e gli eserciti li passano per lo più sopra ponti galleggianti, formati con otri rigonfi d’aria e coperti di rami e di terra.

Si smontò tutti da cavallo, e si discese per un sentiero ripido fino alle barche.

La prima barca facendo due o tre larghi giri per scansare le correnti e i ringorghi, portò all’altra sponda tutti gli italiani.

Di là assistemmo al passaggio dell’intera carovana.

Che bel quadro! Me lo vedo ancora dinanzi nel momento della sua maggior vivezza. Nel mezzo del fiume, scivola un barcone pieno di cammelli e di mori d’una carovana mercantile, e un po’ più oltre l’altro barcone che porta i cavalli e i cavalieri della scorta di Fez, in mezzo ai quali sventola la bandiera di Maometto e spicca il viso nero e il turbante di mussolina del Caid. Di là dal fiume, in mezzo a una grande confusione di cavalli, di mule, di servi, di casse, che ingombrano un lunghissimo tratto di sponda, biancheggia la figura gentile del governatore Ben-el-Abbassi, seduto sopra un rialto di terreno, in mezzo ai suoi ufficiali, all’ombra del suo bel cavallo nero dalla sella color celeste. Sull’alto della riva, che si mostra come il muro d’una fortezza, dietro una lunga fila d’arabi della campagna, seduti sul-