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brava domandare d’essere provato col sangue. Non pareva un monarca; ma un Dio.

L’Ambasciatore gli porse le sue credenziali e gli presentò il Comandante, il capitano e il vice-console, i quali gli s’avvicinarono l’un dopo l’altro e stettero qualche momento dinanzi a lui nell’atteggiamento del saluto.

Guardò con particolare attenzione le decorazioni del Comandante.

— Il medico, — disse poi l’Ambasciatore accennando noi quattro, — e tre scienziati.

I miei occhi incontrarono gli occhi del Dio, e tutti i periodi, già concepiti, di questa descrizione, mi si scompigliarono nella mente.

Il Sultano domandò con curiosità chi fosse il medico.

— Quello a destra, — disse l’interprete.

Lo guardò attentamente.

Poi, accompagnando le parole con un atto gentile della mano destra, disse: — La pace sia con voi! La pace sia con voi! La pace sia con voi!

E voltò il cavallo.

La banda suonò, le trombe squillarono, i cortigiani curvarono la testa, le guardie, i soldati e i servi misero un ginocchio in terra, e scoppiò un’altra volta da tutti i petti un grido lungo e sonoro: — Dio protegga il nostro Signore!