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Pagina:De Amicis - Marocco.djvu/47

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tangeri 37


sconde l’età. Non ha parenti, non ha casa, non si sa come si chiami nè donde venga. Passa la notte accovacciata per le strade, in mezzo alle immondizie e ai cani. Gran parte del giorno dorme; quando ha da mangiare, ride; quando ha fame, piange; quando è sole, è un mucchio di polvere; quando piove, è un ammasso di fango. Una notte, passandole accanto, uno di noi le mise nelle mani una moneta d’argento ravvolta in un pezzo di carta, affinchè la mattina avesse il piacere d’una sorpresa. La mattina la trovammo in mezzo alla piazza che singhiozzava disperatamente, mostrando una mano insanguinata: qualcuno, graffiandola, le aveva strappato la moneta. Tre giorni dopo la incontrai, a cavallo a un asino, tutta in lagrime, sostenuta da due soldati, seguita da una turba di ragazzi che le davan la baia. Qualcuno mi disse che la portavano all’ospedale. Non la rividi che ieri addormentata accanto al carcame d’un cane, più fortunato di lei.

So finalmente chi sono questi uomini biondi dalla faccia di malaugurio, che passandomi accanto per le strade appartate mi gettano uno sguardo in cui pare che scintilli la tentazione