Il perchè è questo: che la maggior parte dei padri di famiglia che non
sanno leggere nè scrivere, d’ordinario non si curano di mandare a scuola
i figliuoli perchè non ne vedono l’utilità; e i figliuoli crescono
ignoranti come loro. Privi della coltura che deriva dallo studio (e qui
per istudio s’intende il leggere dei libri buoni), questi fanciulli non
ricevono in vita loro altra educazione che quella del padre. Che cosa ne
segue? Ne segue che se il padre e la madre sono gente onesta e di buoni
costumi e affezionata alla famiglia e sollecita del bene dei figliuoli,
questi vengon su per bene e diventano galantuomini; galantuomini
ignoranti, è vero; ma non importa; l’esser galantuomo è già una gran
cosa, e può bastare. Ma se il padre e la madre sono cattivi soggetti,
disamorati, trascurati, ed esempio di scandalo ai loro figliuoli,
questi, nove su dieci, riescono bricconi come i genitori, e forse
peggio, perchè manca in loro l’educazione dell’intelligenza e del cuore
che danno i buoni libri; retta e saggia educazione che distruggerebbe o
mitigherebbe gli effetti di quell’altra cattiva che hanno ricevuto in
casa. Da ciò deriva che nelle classi ignoranti la malvagità dell’animo e
la sregolatezza dei costumi si propagano e si conservano di padre in
figlio e di famiglia in famiglia assai più che negli altri ordini della
società, dove i ragazzi trovano nel maestro un secondo padre, che spesse
volte cancella in loro la mala impronta avuta dal padre vero, tanto da
farli riuscire assai migliori, e talora affatto diversi da quel ch’era
parso che sarebbero riusciti da principio. Non ne abbiamo noi una prova
in questo, che vi son delle famiglie le quali nel giro di quattro o
cinque generazioni hanno fornito dieci o dodici soggetti alle prigioni e
alle galere, per misfatti essenzialmente diversi? Non abbiamo noi de’
villaggi, delle borgate intere in cui la popolazione è notoriamente
trista e facinorosa sopra tutte le altre? Gli è perchè fra codesta gente
la malvagità si tramanda coll’esem-