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198 | l’inaugurazione della galleria delle alpi. |
pianura torinese, e lontano il Monviso e il Monte Rosa, e le mille cime dei monti minori; poi le ultime colline di Rivoli, e via via fino a Bussoleno, sempre monti altissimi, valli profonde, gole, villaggi, torrenti; e ogni cosa bella di una bellezza severa che sembra quasi una espressione di rispetto alla sovranità delle Alpi imminenti. Da Bussoleno, la strada ferrata si volge verso il colle di Fréjus, nel cui seno è scavata la galleria. Da questo punto, per arrivare a Chaumont, si attraversa un lungo tratto di paese svariato e difficile, nel quale la strada percorre gallerie, valica torrenti, passa per trincee profonde aperte nella roccia, s’appoggia a sostegni enormi di pietra: sale, discende, serpeggia. Poco prima d’arrivare a Chaumont s’entra in uno spazio di terreno ubertoso, popolato d’alberi fruttiferi e coperto di grandi vigneti. Dopo Chaumont, da capo monti, meglio, nodi di monti, intricati ed aspri, e nuove gallerie, e nuovi ponti; e a destra e a sinistra oscuri burroni, grandi boschi di pini, rupi scoscese, cascate altissime d’acqua, il forte d’Exilles, il forte di Serre-la-Garde, la stretta di Serre-de-la-Voûte; e finalmente la valle si allarga e la strada segue le falde della montagna fino alla grande galleria. Si passa dinanzi a Salberstrand e a Oulx, si entra nella valle di Bardonecchia, si valica il torrente, si attraversano ancora due gallerie, si vede il colle di Fréjus....
Ecco la bocca della galleria.
Appena quella buia apertura si presenta allo sguardo, un senso quasi di terrore stringe il cuore. Si pensa involontariamente all’enorme mole granitica che s’innalza al di sopra, e sembra che, sdegnosa dell’ingiuria fatta alla sua selvaggia maestà secolare, ci si voglia precipitar sul capo, e stritolar con noi il nostro orgoglio. Ma penetrato appena il convoglio nella vasta galleria, appena gettato lo sguardo sui muri di pietra e sulla volta robusta che sembra curvarsi fieramente per sostener il pondo enorme delle Alpi, appena visti i