Pagina:De Amicis - Ricordi del 1870-71.djvu/240

Da Wikisource.


LE “IMMAGINI BIANCHE.”


a M.a e G.a E.

Quando ho studiato una gran parte della giornata, mi piace passar la sera in una stanzina modesta, con pochi visini ridenti, intorno a una tavola su cui tra i libri e le carte si veggano panierini da lavoro e telai da ricamo e forbici e refe e mani in moto. E che il lume batta bene su quei visi, per vedere se è gente che sente quello che dice.

Io m’immagino che in questo crocchio vi siano due signorine dai quindici ai diciassette anni, sorelle, simpatiche, nelle quali un’educazione prudente e sagace sia riuscita a mantenere il difficile accordo dell’ingegno colla modestia, della coltura colla semplicità; ragazze in cui sia stato sciolto il problema dell’istruzione della donna sovra il dato: «Nè idiota, nè letterata;» ragazze che faccian dire a chi odia ugualmente i due estremi: «Così basta e sta bene.»

Sediamoci e sentiamo: il caso è raro, e val la pena di badarci.

Si parla di letteratura fin dalle prime parole; non di articoli, di casi, di tempi; ma di libri. E, cosa singolare! è difficile ricordarsi del come si sia entrati in questo discorso. Forse perchè gli autori non si sono afferrati l’un dopo l’altro, levati su di peso e lasciati