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la battaglia di solferino e san martino. 29

mandata dal Mollard, a Desenzano e Rivoltella; la 5ª, comandata dal Cucchiari, al di là di Lonato.

Il quartiere generale dell’imperatore Napoleone è a Montechiari.

Di qui cento ventiquattro mila fanti, undici mila cavalli e cinquecento venti cannoni; di là seicento ottant’otto cannoni, cento quarantasei mila fanti, e ventimila cavalli.1

Gli Austriaci, che ripassarono il Mincio la sera del ventitre, hanno designato di lasciare il ventiquattro la linea di Pozzolengo, Solferino e Guidizzolo, per andare a occupare la linea di Lonato, Castiglione e Carpenedolo.

Gli alleati hanno designato di lasciare nello stesso giorno la linea di Carpenedolo, Castiglione e Lonato, per andar a occupare quella di Guidizzolo, Solferino e Pozzolengo.

I due eserciti s’incontreranno.

Ma l’esercito austriaco deve partire alle nove; gli alleati alle due; il vantaggio dell’iniziamento della battaglia è per loro.

Napoleone ha già dato gli ordini pel movimento.

L’esercito italiano si recherà a Pozzolengo, verso la catena interna delle alture.

L’esercito francese verso la catena esterna e sul piano; il Baraguay-d’Hilliers a Solferino, il Mac-Mahon a Cavriana, il Niel e il Canrobert per Medole, a Guidizzolo.

Il quartiere generale dell’Imperatore e la guardia imperiale si trasferiranno a Castiglione.


Son vicine le tre. Gli eserciti alleati sono in movimento da un estremo all’altro della linea. Il cielo è bello d’un azzurro diafano e netto,

che si sfuma al-

  1. Sono noverate solamente le forze che presero parte alla battaglia.