Pagina:De Amicis - Ricordi di Parigi, Treves, Milano 1879.djvu/208

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vittor hugo. 205


se non l’avessi visto in pubblico, in una di quelle solennità, nelle quali, qualunque siano, la sua presenza è lo spettacolo più curiosamente desiderato. Lo vidi nel teatro del Châtelet quando pronunziò il suo discorso di presidente per l’inaugurazione del Congresso letterario. Un’ora prima che comparisse, quel vasto teatro era già affollato. La platea era piena di scrittori e d’artisti d’ogni paese, fra cui s’incrociavano gli sguardi curiosi, i cenni e le interrogazioni, conoscendo ciascuno, in quella folla, moltissimi nomi e pochissimi visi, ed essendo desiderio di tutti di completare in quella bella occasione le proprie conoscenze. Si vedeva un gran movimento di teste canute e di teste giovanili, di begli occhi pieni di pensiero, di visi che s’avvicinavano e si sorridevano, di chiome nere che si chinavano dinanzi alle chiome bianche, di mani che si cercavano e si stringevano; e si sentiva parlare tutte le lingue, e correre in ogni parte un fremito di vita, che rallegrava. Sul vasto palco scenico illuminato, v’erano