Pagina:De Amicis - Spagna, Barbera, Firenze, 1873.djvu/189

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madrid. 183


sia; i dieci mila spettatori si levarono in piedi tutti in un punto, gridando: — Lo ha ucciso! — Ma il banderillero s'era scansato. Il toro corse e ricorse avanti e indietro fra le due barriere, sotto una pioggia di bastonate e di pugni, sin che s'abbattè in una porta aperta, rientrò nell'arena, e la porta si richiuse. Allora tutti i banderilleros e tutti i capeadores gli si slanciarono di nuovo intorno; uno passandogli dietro, gli diè uno strappo alla coda, e disparve come un fulmine; un altro, trapassando rapidissimamente, gli avvolse la capa intorno alle corna; un terzo spinse l'audacia sino ad andargli a togliere con una mano un piccolo nastro di seta che aveva attaccato sulla groppa; un quarto, più temerario di tutti, puntò un'asta in terra, mentre il toro correva, e spiccato un salto, gli passò al di sopra e andò a cascare dall'altra parte, buttando l'asta tra le gambe dell'animale stupefatto. E tutto questo facevano con una rapidità da prestigiatori e una grazia da ballerini, come se avessero scherzato con una pecora! E intanto la folla immensa faceva rimbombare il circo di risa, di applausi, di grida di gioia, di meraviglia, di terrore.

Squilla un'altra volta la tromba; i banderilleros han finito; ora tocca all'espada; è il momento solenne, è la crisi del dramma; la folla si queta, le signore si sporgon fuori dei palchi, il Re si alza in piedi. Il celebre Frascuelo, tenendo in una mano la spada e la muleta, che è un pezzo di stoffa rossa attaccata a un bastoncino, entra nell'arena, si presenta dinanzi al palco reale, si leva il berretto, e