Pagina:De Amicis - Spagna, Barbera, Firenze, 1873.djvu/233

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madrid. 227

Dopo la chiesa e la sacrestia, si va a visitare il Museo di pittura, che contiene un gran numero di quadri d'artisti d'ogni paese, non già de' migliori, chè questi furon portati al Museo di Madrid; ma pur tali da meritare una visita attenta di mezza giornata. Dal Museo di pittura si va alla Biblioteca, passando per la grande scala sulla quale s'incurva una smisurata vòlta tutta dipinta a fresco da Luca Giordano. La Biblioteca è composta d'una vastissima sala ornata di grandi pitture allegoriche, che contiene più di cinquantamila volumi preziosissimi, quattromila dei quali regalati da Filippo II, e d'un'altra sala dove è una ricchissima raccolta di manoscritti. Dalla Biblioteca si va al Convento.

Qui l'immaginazione umana si perde. Se qualcuno dei lettori ha letto l'Estudiante de Salamanca dell'Espronceda, si rammenti di quell'instancabile giovane, quando, tenendo dietro alla signora misteriosa che incontrò di notte ai piedi d'un tabernacolo, trascorre di strada in strada, di piazza in piazza, di vicolo in vicolo, e svoltando, e girando e rigirando arriva fino a un punto dove non ravvisa più le case di Salamanca, e si trova in una città sconosciuta; e continua a svoltare cantonate, a traversar piazze, a percorrer strade; e via via che va oltre gli par che la città s'allarghi, e le strade si allunghino, e i vicoli s'incrocino più fitto; e va ancora, e va sempre, e va senza posa, e non sa se sogna, o se è desto, o ubriaco, o impazzito; e nel suo cuore di ferro comincia a penetrare il terrore, e i più strani