Pagina:De Amicis - Spagna, Barbera, Firenze, 1873.djvu/369

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siviglia. 363


lia, dove alcune vennero non è molto pubblicate, a ogni persona che s'occupi nulla nulla di letteratura straniera. Son quadri ammirabili di costumi andalusi, pieni di verità, d'affetto, di grazia, e sopra tutto d'un così possente vigore di fede, d'un entusiasmo religioso così intrepido, d'una carità cristiana così ardente, che il più scettico uomo del mondo ne sarebbe scosso e turbato. Caterina Bohl è una donna che affronterebbe il martirio con la fermezza e la serenità di sant'Ignazio. E la coscienza della sua forza si rivela ad ogni sua pagina: non si ristringe a difendere la religione e a predicarla, assale, minaccia, fulmina i nemici; e non solo i nemici della religione, ma ogni uomo ed ogni cosa che accolga, per dirla con una frase fatta, lo spirito del secolo, poich'ella non perdona a nulla di quanto s'è fatto al mondo dai tempi dell'Inquisizione in poi, ed è più inesorabile del Sillabo. Ed è questo forse il suo più gran difetto di scrittrice, perchè i suoi predicozzi religiosi, e le sue invettive sono soverchio fitte, e quando non rivoltano, ristuccano, e nuocciono, più che non giovino alle sue stesse mire. Ma non c'è ombra di fiele nell'anima sua, e quale è nei libri, tale nella vita: gentile, buona, caritatevole; in Siviglia è venerata come una santa. Nacque nella città, si maritò giovanissima, ed ora è vedova per la terza volta. Il suo ultimo marito, che fu ambasciatore di Spagna a Londra, si uccise, ed ella da quel giorno non ha più deposto il lutto. Ha ora poco meno di settant'anni, fu bellissima, ed il