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Pagina:De Amicis - Spagna, Barbera, Firenze, 1873.djvu/38

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II.


A poche miglia da Barcellona, si cominciano a vedere le rocce dentellate del famoso Montserrat, uno strano monte che, a prima vista, fa balenare il sospetto d’un’illusione ottica, tanto è difficile a credere che la natura possa aver avuto un sì stravagante capriccio. Immaginate una serie di sottili triangoli che si toccano, come quei che fanno i bambini per rappresentare una catena di montagne; o una corona a becchetti distesa pel lungo come la lama d’una sega; o tanti pani di zucchero disposti in fila, e avrete un’idea della forma che presenta da lontano il Montserrat. È un insieme di coni immensi che s’alzano l’uno accanto all’altro, e l’un sull’altro, o meglio un solo gran monte formato di cento monti, spaccato di su in giù fin quasi al terzo della sua altezza, in modo che presenta due grandi cime, intorno alle quali si aggruppano le minori; nelle parti alte, arido e inaccessibile; nelle basse, popolato di pini, di