Pagina:De Amicis - Spagna, Barbera, Firenze, 1873.djvu/96

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namenti; l'altar maggiore, gli organi, le porte, le scale, le inferriate, ogni cosa è grande e magnifico, e desta e schiaccia nello stesso punto l'ammirazione. Ma a che pro aumentar parole su parole? La più minuta descrizione potrebbe dare un'immagine viva della cosa? E quando avessi scritto una pagina per ogni quadro, per ogni statua, per ogni bassorilievo, sarei riuscito forse a destare nell'animo altrui, solo per un istante, la commozione che io provai?

Un sagrestano mi si avvicinò, e mi mormorò nell'orecchio, come se mi rivelasse un segreto:

"Vuol vedere il Cristo?"

"Qual Cristo?"

"Eh!" rispose "si sa, quel famoso!"

Il famoso Cristo della cattedrale di Burgos, che sanguina tutti i venerdì, merita un cenno particolare. Il sagrestano vi fa entrare in una cappella misteriosa, chiude le imposte delle finestre, accende due candele sull'altare, tira un cordoncino, una tenda corre, e il Cristo è là. Se al primo vederlo non pigliate la fuga, siete anime forti: un cadavere vero piantato sulla croce non vi metterebbe più orrore. Non è una statua, come le altre, di legno dipinto; è di pelle, si dice che è una pelle umana, imbottita; ha dei veri capelli e sopracciglia e ciglia e barba di pelo; i capelli intrisi di sangue, rigato di sangue il petto, le gambe, le mani; le piaghe che paion vere piaghe, il color della pelle, la contrazione del viso, l'atteggiamento, lo sguardo, ogni cosa terribil-