Pagina:De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu/221

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il passaggio dell'equatore 217

le enormi formiche di San Paolo che gl’indigeni mangiano fritte; e alla descrizione aggiungendosi l’armonia imitativa, fu un frastuono di muggiti, di gracchi e di sibili che pareva d’essere davvero in mezzo a una foresta dei tropici, e in qualche momento si provava un senso di ribrezzo. I soli che non sentissero nulla erano gli sposi, che approfittando della distrazione dei parlatori, si passavano con riguardo il braccio intorno alla vita, bruciati con gli occhi dalla pianista; e la signora bionda, la quale distribuiva occhiate luccicanti all’argentino, al peruviano, al toscano, al tenore, con una prodigalità veramente un po’ troppo vistosa; tanto che il comandante, alla fine, si lasciò scappare di bocca la sua frase d’ammonizione: — Quella scignôa a me comença a angosciâ 1. — Ma fu rasserenato dal brindisi del marsigliese; il quale si levò in piedi, e sporgendo innanzi il busto patagonico, e alzando sopra il capo la tazza dello Champagne, disse con accento grave: — Je bois à la santé de notre brave Commandant.... à la Socìétè de navigation.... à l’Italie, messieurs! — E tutti applaudirono, fuorché il mugnaio. Ed io gli perdonai in quel momento lo strazio che

  1. Quella signora mi comincia a stomacare.