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Domani! 361

tempo che le loro mani si sarebber toccate, le ritirarono tutti e due nello stesso punto, e continuarono a mangiar senza sale. E anche l’idea che, arrivato in America, non avrei più avuto davanti agli occhi quello spettacolo miserando, mi rallegrava.

A un certo punto osservai che mancavano la signora della Chartreuse e la madre della pianista, e non potendo supporre che con quel tempo patissero il mal di mare, ne domandai notizie all’agente, che sedeva tra me e l’avvocato. Ma come! Non sapevo nulla? Avevo già la testa in America, dunque. Oh! una scena da teatro. Da vari giorni la “domatrice„ aveva sentore che quell'altra sparlasse di lei, e indovinava l’argomento della maldicenza: lo vedeva riflesso nel viso di certi passeggieri, che a certe ore la guardavan sorridendo, e che mettevan gli occhi allo spiraglio dell’uscio, passando davanti al suo camerino. Ma quel giorno la sua cameriera, incaricata di spiare, avea sentito tutto: quella serpe in gonnella la diceva affetta d’incipiente delirium tremens, e faceva delle descrizioni abbominevoli del suo camerino, — dove era pur stata varie volte a succhiarle il maraschino di Zara, — una vera cantina di liquorista, con le bottiglie fin