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L'america 399

L’emigrante e i suoi vicini si voltarono a cercar l’altra riva, e non vedendo che la linea netta dell’orizzonte marino rimasero increduli. Ma navigavamo già di fatto nel Plata, la cui riva destra era a più di cento miglia da noi.

Quando l’ultima luce crepuscolare disparve, vedemmo scintillare i fanali di Montevideo, e una striscia lontana e confusa di case, rischiarata qua e là vagamente, e una selva di bastimenti, di cui non si vedevan che le punte.

Oramai si sapeva che non si sarebbe più sbarcati, e la folla era stanca delle commozioni della giornata; ma tutti rimasero sopra coperta per gustare il piacere della fermata.

Di lì a poco, in fatti, il piroscafo cominciò a rallentare il corso e l’anelito; poi parve appena che si movesse; e infine quel mostruoso cuore di ferro e di fuoco che da ventidue giorni batteva affannosamente, diede l’ultimo palpito, e il colosso s’arrestò, morto. A un fischio che suonò sul palco, le due áncore enormi si staccarono dai suoi fianchi, e caddero fragorosamente, trascinando con la rapidità del fulmine le loro grandi catene, che sollevaron scintille dai due occhi di ferro; il mare gorgogliò sul davanti; il piroscafo tremò, e ritacque. I suoi due giganteschi artigli avevano afferrato il fondo del fiume.