Vai al contenuto

Pagina:De Amicis - Sull'Oceano, 1889.djvu/405

Da Wikisource.

L'america 401

fiumi, dalle pianure sterminate, dalle foreste immense, dalle mille cime delle Ande: il silenzio misterioso e formidabile d’un continente assopito.

Mi riscosse dalla meditazione il comandante, che mi passò accanto fregandosi le mani, — cosa insolita, — come se dentro alla sua testa irta d’orso marino pregodesse una notte beata. Fui tentato di ripetergli il suo ritornello: — Porcaie a bordo...

Ma egli mi prevenne domandandomi col viso serio: — Che cosa faranno in casa sua a quest’ora?

Guardai l’orologio e risposi: — A quest’ora la mia casa è al buio, e tutti dormono.

Egli si mise a ridere, fregandosi le mani. — Anche vosciâ scià gh’è cheito! — disse. — (Anche lei c’è cascato.) — A quest’ora in casa sua ci batte il sole, e i suoi ragazzi domandano il caffè e latte.

Non ci avevo pensato.

Ma il buon comandante, che era veramente contento, mi domandò ancora se, prima d’imbarcarmi, avessi pregato l’armatore di avvertire la famiglia appena ricevuto l’annunzio dell’arrivo.

De Amicis.Sull'Oceano 26