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a prua e a poppa 57


molto più piccolo di come l’aveva nella mente. Magnificava invece la bellezza della pianure americane, facendo un gesto largo e goffo di paesista briaco. Ma poi ricadeva sempre sull’Italia con un intercalare che doveva aver preso nelle cronachette dei giornali di provincia: — Medio evo, medio evo.

L’agente di cambio che lo stava a sentire con me, ridendogli in faccia, e che aveva esperienza di quella razza di patriotti, mi disse che, quando erano in America, giocavano al gioco opposto, ossia si lagnavan di tutto, facendo leva al proprio orgoglio della patria lontana, appetto alla quale giudicavan incivile, ignorante, disonesto il paese da cui erano ospitati, e in cui s’erano fatti d’oro. Ma, di punto in bianco, troncò quel discorso per dirmi che aveva scoperto un amenissimo originale nell’equipaggio, un vecchio marinaio gobbo, preposto alla vigilanza dei dormitori delle donne; ufficio delicatissimo, che richiedeva nell’iinpiegato non solo la guarentigia d’un’età arcimatura, ma quella della mancanza assoluta di qualsiasi pregio estetico della persona, che potesse toccare un cuore femminile. Questo piccolo gobbo canuto, che doveva separare i due sessi la sera, e badare la notte che nessuna donna uscisse dai