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62 sull'oceano


era guardato con l’occhio della più tranquilla indifferenza. Ebbene, lì dentro s’era acceso uno di quegli amori violenti che divampano solamente a bordo, nel silenzio del camerino, in mezzo alla solitudine dall’oceano, dove le anime s’aggrappano qualche volta alle anime con la rabbia con cui s’avvinghiano i naufraghi alle tavole galleggianti. Appena sbarcate a Genova, la signora e la ragazza erano partite per la Germania, e l’ufficiale aveva ricevuto il dì dopo una lettera di otto pagine piene d’una passione così furibonda, di frasi così roventi; ma che frasi! grida d’amore da far fremere, un tu brutale ad ogni riga, cascate d’aggettivi insensati, parole ch’eran morsi, baci e singhiozzi, un linguaggio incredibile e irripetibile, — a tredici anni! — e misti a questa lava molti spropositi grammaticali e ortografici, e in mezzo a due fogli... dei capelli. E guardandomi fisso, soggiunse: — Dei capelli. Ma Dio sa do-ve ave-va la te-sta quando se li era tagliati! Ha capito? — E da notarsi: una lettera senza indirizzo per la risposta, una lettera senza secondo fine, dunque, non altro che uno sfogo irrefrenabile dell’anima e del corpo martoriati da venti giorni di silenzio e d’impostura. Io tornai a guardar la ragazza, e mi scappò detto: — È impossibile! — Ma