Pagina:De Blasis - Leonardo da Vinci, 1872.djvu/56

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» Così avvenne di quel prodigioso trovato che levò a tanta fama il nome del francese Daguerre. Da quasi due secoli era già stata conosciuta in Italia la potenza chimica della luce sovra alcune sostanze, ed eransi fatti non inutili tentativi per valersi dei raggi solari nelle arti del disegno. Ma in quell’età la scienza chimica ed ottica non erano distenebrate come al presente da tante luminose teorie; in quell’età nè conoscevasi la natura dei metalloidi, nè fra questi immaginavasi l’esistenza dell’iodio; in quell’età, le leggi delle chimiche combinazioni e decomposizioni a cui oggidì son dovuti i miracoli di Daguerre, non erano pur sospettate.

» E fu appunto in quel secolo che diede alle scienze un’epoca sì tenebrosa, fu nel secolo XVI, che il nostro italiano Giovanni Battista Della Porta, fondatore in Napoli dell’Accademia dei Segreti e della scienza fisionomica, inventò la famosa Camera oscura; ingegnosissimo ritrovato in cui allora niuno avrebbe pensato che stessero le basi di una delle più sublimi scoperte, che doveva empire il nostro secolo di meraviglia. Fu egli il primo che raccogliendo i raggi riflessi dagli oggetti in una cassetta armata di lente convessa mostrò che se ne dipingevano le immagini sopra un vetro appannato.

» Emulo quasi di Della-Porta, un altro italiano, Marco Antonio Cellio, fu il primo che in Parma, al cospetto dell’illustre Accademia fisico-matematica dei Lincei, nel dì 4 agosto del 1686 fece solenni esperimenti a comprovare un nuovo suo metodo di trar disegni dai raggi solari, e primo il Cellio pubblicava poco dopo una breve Memoria intitolata: Descrizione di un nuovo modo di trasportare qual siasi figura disegnata in carta, mediante i raggi riflessi solari in un altro foglio di carta da chi che sia benchè non sappia di disegno, inventato da Marco Antonio Cellio e dimostrato nell’Accademia fisico-matematica romana, tenuta il 4 agosto 1686.

» Fu Cellio che applicò la Camera oscura a questo ramo dell’arte pittorica, e il metodo del Cellio, e il suo strumento rendono bensì l’abbozzo delle immagini, ma però talmente imperfette ne’ loro contorni, che è mestieri che dappoi si ritocchino da chi è pratico dell’arti del disegno.

» Fu un italiano, il professore Moricchini, che scoprì nel raggio violetto la potenza di magnetizzare il ferro; scoperta importante, e che i fisici sanno quanto proficua dovesse riuscire a Daguerre, per calcolare colla maggiore esattezza la forza della luce.