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arte e artisti 219


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Due grandi artisti visitarono Roma in quegli anni, Francesco Liszt nel 1862, e Gounod nel 1869. Gounod era stato pensionato all’accademia francese di villa Medici, e nel 1839 aveva guadagnato il grand prix de composition musicale. Un sentimento religioso esagerato lo spingeva alla carriera ecclesiastica, e da villa Medici passò al seminario romano, ma vi restò poco tempo. Tornando a Parigi, prese moglie; e tornato a Roma nel 1869 fu ospite nella stessa villa Medici del signor Hebert, direttore dell’Académie Impériale de France, anzi abitò la camera, che fu di Galilei, quando venne in Roma la seconda volta, ospite di Piero Guicciardini. Visse vita di riposo, e volle assistere alle cerimonie della settimana santa; compose un inno per Pio IX, eseguito il giorno 11 aprile 1869, dalle bande militari, sulla gradinata di San Pietro, in occasione del 50° anniversario della prima messa di Pio IX. L’inno fu ripetuto il giorno seguente sulla piazza di Siena, a villa Borghese, dopo la rivista, che il generale Kanzler passò alle truppe pontificie. Gounod pareva entusiasta del Papa, ma non si prestava fede ai suoi entusiasmi, e venne trattato con freddezza, perchè si vedeva in lui il diavolo del Faust! Frequentò poco i teatri, ma apprezzò i professori di Roma, giudicandoli intelligenti musicisti. Qualche sera visitava la principessa Ruffo Scilla, che aveva alloggio in via Sistina al n. 57, e che gli fece un bel ritratto al carbone. Andò via nell’estate, e non vi tornò più.

Liszt era giovanissimo quando venne la prima volta, nel 1838. Frequentò le cerimonie della cappella Sistina, ispirandosi alle musiche del Palestrina, e dei grandi maestri di arte sacra. Vi tornò nel dicembre del 1861, quando la sua fama si era affermata nel mondo, e con forti commendatizie del duca di Weimar per il duca di Sermoneta. Non poteva dirsi un bell’uomo; era vigoroso; aveva i tratti del volto assai marcati, e profondo e imperioso lo sguardo; portava i capelli a zazzera, e la faccia nuda di peli. Prima che arrivasse, erano note in Roma le sue vicende amorose, ed i suoi rapporti con la principessa Carolina Sayn de Wittgenstein, che l’aveva preceduto a Roma da circa due anni, per affrettare lo scioglimento del suo matrimonio col principe e feld-maresciallo russo, in seguito al quale sciogli-