Pagina:De Cesare - Roma e lo Stato del Papa I.djvu/239

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arte e artisti 221

âme ressemble en ce moment è cel enfant qui crie au-dessous de votre chambre. Chantez-moi cette Dumka, qui sera mon océan et mon ciel à jamais! E nella domenica delle Palme del 1851, che cadeva il 13 aprile, scriveva: Voici les premières violettes du printemps. Je vous les envoie à vous qui étes mon printemps éternel, et ma fleur emparadisée! Croyez-moi, Caroline, je serais aussi fou que Roméo, si je le trouvais fou!

Liszt non ha segreti per la principessa, e le lettere sono tanti punti cronologici della sua vita. I pensieri intimi, le vanità, che erano tanta parte della sua natura; le fantasie, i pentimenti, gli orgogli, le piccole e più inconcepibili civetterie; i compagni d’arte e le sue figlie naturali, nulla egli nasconde alla sua amica. Un giorno le chiede sessanta dollari in prestito, da dover dare a Wagner, sul punto d’intraprendere un viaggio. Il volume comprende il carteggio di tredici anni, dal febbraio 1847 al dicembre 1859, cioè dalla prima conoscenza in Kiew, fino al termine del soggiorno della principessa a Weimar. La principessa, dopo aver maritata l’unica figlia Maria, nel 1859, al principe Costantino Hohenlohe Schillingfirst, aiutante di campo dell’imperatore d’Austria, venne a Roma nel maggio del 1860, per ottenere, come si è detto, lo scioglimento del matrimonio, che il principe, di religione protestante, aveva già ottenuto. Non era nella società romana un mistero, che questa signora, ricca, coltissima e stranissima, appena sciolto il primo matrimonio, avrebbe sposato Liszt. E quando il matrimonio fu sciolto, e tutto si apparecchiava per la cerimonia, Pio IX, non si sa bene per quali motivi, negò il permesso. Due anni dopo, il 10 marzo del 1864, il principe di Wittgenstein mori; la principessa fu libera, e si riparlò delle nozze; ma Liszt spari dal mondo e andò a chiudersi in Vaticano, e la mattina del 25 aprile 1865, nella cappella di monsignore Hohenlohe, prese gli ordini minori! D’allora vesti da prete, e mandò fuori le sue carte da visita: L’abbé Liszt, au Vatican.


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Dal dicembre del 1861 al 1865, il Liszt era venuto parecchie volte a Roma, e, per stare più da vicino alla principessa, alloggiava all’albergo Alibert. La principessa abitava nella casa di