Pagina:De Cesare - Roma e lo Stato del Papa I.djvu/248

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230 capitolo xiii.

secondo impero; e il Gramont, che gli successe, era un personaggio più teatrale che politico, un guascone fastoso, un bell’uomo amante di feste e di conviti. Così si andò avanti, senza gravi incidenti, fino al 1860.

Al De Thile, ministro di Prussia, che sostituì il De Usedom, era succeduto, alla sua volta, prima che il Papa tornasse, il Reumont. La tradizione nella rappresentanza prussiana era mantenuta dal notissimo dottor Alerz, chiamato già a Roma per curare il naso di Gregorio XVI, attaccato da umor salso. Il Bouteneff, ministro di Russia, noto per i suoi fastosi ricevimenti, fu richiamato, e gli successe il barone Kisseleff, che sposò più tardi donna Francesca Ruspoli, vedova di Giovanni Torlonia. La Spagna contava una numerosa ambasciata, con a capo il Martinez de la Rosa, succeduto a don Giuseppe del Castillo, il quale aveva sostituito, nel dicembre del 1852, il conte di Colombi, morto nell’ottobre di quell’anno, e sepolto nella chiesa di Monserrato. Segretario dell’ambasciata era il Gonzales d’Arnau, divenuto argomento di riso per le sue passioni infelici. Il vecchio conte Spaur seguitò a rappresentare la Baviera a Roma, e a Napoli; il principe Lamoral de Ligne, il Belgio; il signor Mouttinho de Lima Alvarez e Silva, il Brasile, sostituito poi dal De Figueiredo, che restò a Roma parecchi anni, simpatico e gradito alla società, soprattutto pei ricevimenti, che dava al palazzo Savorelli, e nei quali la sua signora, inglese di nascita, faceva graziosamente gli onori di casa. Egli rappresentava il Brasile anche presso il granduca di Toscana. Il Portogallo fu rappresentato prima da don Petro Nigueis de Carvalho, e poi dal Saldanha, un ricco e strano signore, che fittò per sè tutto il palazzo del Bramante a Scossacavalli, quando non servi più alle feste del Torlonia, dopo la malattia della principessa. Il Saldanha studiava omeopatia con passione, e pubblicò un libro su questo argomento. Quando traversava le vie, nel suo equipaggio di gala, coi domestici indossanti giubba verde, calzoni rossi, e calze bianche, richiamava la generale attenzione; e dopo che gli fu fatto notare, che erano quelli i tre colori della bandiera italiana, ne fu così compiaciuto, che, uscendo dai pontificali di San Pietro, soleva, prima di tornare a casa, fare un lungo giro per la città.