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Pagina:De Cesare - Roma e lo Stato del Papa I.djvu/26

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8 capitolo i.

esposizione di arazzi e fiori alla sua villa in via del Colosseo, nè alcuno avrebbe preveduto che, cinque anni dopo, egli sarebbe stato condannato per vuoto di cassa al Monte di pietà. Si andava lentamente, e si impiegò quasi un’ora per giungere a San Pietro, dove il Papa ricevè la benedizione dal cardinal Mattei; baciò il piede del principe degli apostoli, e a passo frettoloso si avviò al Vaticano per la scala interna, non più nascondendo il bisogno di riposo.

Tutta Roma fu illuminata quella sera, e singolarmente i quartieri popolari di Borgo, della Regola e dei Monti. Il rione della Regola, abitato dai vaccinari fedelissimi al Papa, rigurgitava di gente allegra e clamorosa. Temendosi disordini, le due polizie, la pontificia e la francese, avevano eseguito parecchi arresti. Sulle facciate di molte chiese si leggevano, fra i lumi, epigrafi allegoriche. Dal dì seguente e per parecchio tempo, non vi fu chiesa, dove non si celebrassero tridui di grazie con relativi Te Deum; nè accademia, seminario o collegio, dove non si festeggiasse il fausto ritorno. Fra le accademie va ricordata quella di San Luca; e fra i tridui, quello del Caravita, promosso dalla principessa di Piombino, dalla principessa Beatrice Altieri, che era un’Archinto di Milano, più nota col nome familiare di «Biciaccia» per i suoi modi un po’ boriosi, e per distinguerla dalla «Bice» che era la marchesa Sacchetti, e dalla «Bicetta» ch’era la contessina Cini. Fra le promotrici di tridui si distinsero la marchesa Antici e la duchessa Braschi. Con i tridui grandiosi si avvicendavano i funerali per i soldati francesi, caduti durante l’assedio. Il Pontefice ne ordinò uno solenne in Santa Maria in Trastevere per i fucilati di San Calisto, vittime del feroce Zambianchi; e ordinò inoltre un gran Te Deum da doversi cantare nelle chiese principali, in ogni anniversario dell’entrata del generale Oudinot in Roma, e che fu cantato fino al 3 luglio del 1870.


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Pio IX ardeva dalla voglia di uscire, e tre giorni dopo si recò a Santa Maria Maggiore. La mattina ricevè in udienza solenne il corpo diplomatico, in nome del quale parlò l’ambasciatore di