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246 capitolo xiii.

nel programma del Congresso, epperò esorbitava dalle competenze dei suoi membri. Il lavoro di Cavour era stato tenace, e quasi cospiratorio. Non risulta difatti, e l’ha confermato a me il Nigra, che i rappresentanti dell’Austria fossero informati di quanto si operava da Cavour, di accordo con Napoleone, nè della nota verbale inviata ai rappresentanti di Francia e d’Inghilterra, nè degli accordi fra Cavour e Clarendon. Il Congresso s’era inaugurato il 25 febbraio, e aveva quasi esaurito il suo programma. Tutta la difficoltà era nella forma d’introdurre un argomento, affatto nuovo e imprevedibile, senza allarmare l’Austria, e non obbligare i suoi rappresentanti a respingere qualunque discussione sopra soggetti estranei. E non fu mediocre l’abilità mostrata dal Walewski, quando nella seduta degli otto aprile dichiarò esser cosa desiderabile, che i plenipotenziari, innanzi di separarsi, scambiassero le loro idee sopra diversi argomenti, che domandavano soluzioni, e di cui avrebbe potuto essere utile occuparsi, al fine di prevenire delle novelle complicazioni. Dopo avere accennato alla situazione anormale della Grecia, per effetto dell’occupazione inglese e francese del Pireo, espresse il voto, che Clarendon si sarebbe unito a lui, per dichiarare che i due governi attendevano con impazienza il momento, in cui sarebbe loro permesso di metter fine a quell’occupazione. E dopo la Grecia, entrò abilmente a parlare della situazione anormale, quasi identica, in cui era lo Stato del Papa, occupato ad un tempo da truppe francesi e austriache, e proponendo il voto, che senza compromettere la tranquillità interna del paese, nè l’autorità del governo pontificio, le due occupazioni dovessero aver termine. Il ghiaccio era rotto; e chi voglia saperne di più, legga il protocollo di quella seduta, che fu la più agitata del Congresso, e anche la più storica, per le conseguenze, che partorì a soli tre anni di distanza1.

Lord Clarendon, che parlò per il primo, parve che avesse diviso le parti con Cavour. La sua requisitoria sul mal governo del Papa, e del re di Napoli fu terribile. Egli era bene informato della verità delle cose. Non citò le fonti, ma il suo discorso

  1. Atti del Congresso di Parigi, pubblicati da Charles Samwer. Gottingue, Librairie de Dieterich, 1857, vol. XV.