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viaggio del papa nelle provincie 257

sede in Ancona. A Loreto fu accolto da entusiastiche dimostrazioni, e tanta fu l’ebbrezza, che pervase il popolino, da tentare di staccare i cavalli dalla vettura, e di trascinarla a mano su per l’erta della città. Il 16 maggio andò a Fermo, dove riposò una notte, ospite dell’arcivescovo, cardinale De Angelis, soprannominato Scarpone. La mattina del 18 partì per Ascoli, dove i giovanetti delle migliori famiglie, adorni di una fascia bianco-gialla, spargevano fiori per le vie, lungo le quali erano stati innalzati archi di trionfo. Dopo aver elevata quella cattedrale a dignità di basilica, e largheggiato di piccole beneficenze, e decorazioni, Pio IX. passò ad Ancona, e di là a Senigallia, dove egli stesso aveva predisposte le case per l’alloggio proprio e del seguito, scrivendo da Roma, al fratello Gabriele, la seguente caratteristica lettera:


Carissimo fratello Gabriele,

La notizia della quale vi parlai già l’avrete conosciuta, e cioè il mio viaggio a Senigallia, ove direte che il municipio non faccia spese. Vi scrivo pertanto, e vi prevengo che alloggerei in casa, e perciò le spese, che farete per ripulire e mettere qualche mobile, vi saranno da me tutte rimborsate.

Vedrete da voi che tutti quanti, nemine excepto, bisogna che abbiate pazienza per una o due notti, ossia per 48 ore, di escire e di abbandonare la casa, ed io vi faccio qui la precisa divisione delle persone pel loro collocamento.

Nel primo piano starei io, e nel camerino del cortile un letto per il cameriere, oltre uno o due letti in sala dietro il paravento per due famigliari. Nella vostra camera monsignor Cenni. Nelle camere di vostra moglie monsignor Hohenlohe. Li altri tre camerieri segreti uno nella camera di nonno conte Ercole; l’altro in quella di don Antonio; ed il terzo nelle due camere incontro.

Nel vicino palazzo comunale dovranno abitare i monsignori maggiordomo e maestro di camera, e sostituto della segreteria di Stato, monsignor Berardi.

Nello stesso palazzo pranzeranno quelli della così detta tavola di Stato. Io pranzo da me, meno qualche assistente che credessi chiamare, e in Senigallia questi assistenti sarete voi altri di famiglia.

Ripeto che le spese indispensabili di qualche modesto, ma conveniente preparativo, vi saranno rimborsate.

Il tempo in cui questo dovrebbe accadere, se Dio lo permette, e cioè la mia presenza in Senigallia, sarebbe nella seconda metà di maggio.

Ciò è quanto dovevo dirvi, e vi comparto a tutti l’apostolica benedizione.

20 aprile 1857.

Pio P. P. IX.