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ricostituzione del vecchio regime — attentati settarii | 19 |
istituita una commissione speciale, che pubblicò un regolamento, nel quale i certificati al portatore eran detti innominati, e nominati gli altri, ma l’operazione si compì in breve tempo, dopo il ritorno del Papa.
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Gli atti politici del triumvirato cardinalizio, e singolarmente l’ordinanza del 2 agosto 1849, avevano provocata la lettera, del 18 di quel mese, del presidente della repubblica, Luigi Napoleone Bonaparte, al colonnello Ney: lettera platonica nella sostanza, e quasi mistica nella forma, non diretta al Papa, nè al segretario di Stato, e neppure al capo del corpo di spedizione, ma ad un colonnello di questo, per quanto amico personale del presidente. Quella lettera esplicava il carattere dell’intervento francese a Roma, in una amnistia generale, nella secolarizzazione dell’amministrazione, nella promulgazione del codice napoleonico, e in un governo laico. Dovevano esser queste le condizioni, perchè il potere temporale risorgesse per opera della Francia. Che cosa avveniva di fatto, o meglio, fino a che punto la risorta potestà temporale del Papa teneva conto della volontà del presidente della repubblica? Nè amnistia, nè codice napoleonico, nè secolarizzazione amministrativa; e solo si verificò, nell’agosto 1849, la nomina di quattro ministri laici, i quali furono: Angelo Galli, Camillo Iacobini, il principe Domenico Orsini, e Angelo Giansanti: buone persone, ma incapaci, non dico di comandare, ma persino di metter bocca negli atti del triumvirato, innanzi al quale si sentivano piccini, privi persino di volontà; ministri laici, senza ombra di spirito laico. Le nomine, anche di mediocre importanza, erano fatte dai triumviri, con biglietto del ministero, secondo una formula curiosa di occasione. E quando quei ministri scrivevano a personaggi di riguardo, principi o cardinali, la formula di chiusura era ancor più dimessa, ad esempio così: dell’eccellenza o dell’eminenza vostra, devotissimo servo: il ministro, e seguiva il nome.
La secolarizzazione dell’amministrazione si poteva ottenere solo, se il presidente della repubblica l’avesse imposta non in forma di desiderio, o di sfogo rettorico, che purtroppo ricordava