gendarmi, opposero disperata resistenza, ferendo gravemente il vicebrigadiere Battistini, che ne morì due settimane dopo. Il nome della povera vittima del dovere fu portato all’ordine del giorno dal principe Orsini, ministro delle armi, colla rnenzione che il Papa aveva concessa alla vecchia madre del Battistini la lauta pensione di sei scudi al mese. Addosso al Passatore furono trovati 476 scudi di varia moneta ed oggetti preziosi. Nel bando per la taglia, il brigante era così indicato: «anni 30 circa; statura giusta; portatura complessa; spalle grosse; capelli scuri e fronte alta; ciglia scure; occhi neri; naso giusto; bocca regolare; mento tondo; viso tondo; carnagione naturale; barba nera con mosca al mento, e rara; marcato in faccia da granelli di polvere sulfurea». Proprio così. La taglia posta sul capo dei briganti variava secondo la rispettiva loro importanza. Una somma di tremila scudi era promessa in premio a chi consegnava il Passatore, vivo o morto; ed altre minori taglie di 500, di 100 e di 50 scudi, colpivano gli altri banditi, tutti giovani dai venti ai trent’anni. In poche settimane la banda fu distrutta. A Bagnacavallo e a Faenza vennero fucilati alcuni ricettatori, a pubblico esempio; e d’allora le campagne romagnole furono relativamente meno insicure, ma la quistione della pubblica sicurezza in quelle provincie fu sempre un argomento di accuse contro il governo.