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richiamo del baraguay - nuove tasse 35

papali, mentre apparivano vassalli del Papa, di fatto ne dividevano il potere. Il Baraguay non capì nulla di ciò, anzi, assunse un’aria di padronanza anche coi nobili e i cardinali, e di lui gli ufficiali dell’armée d’occupation imitavano l’esempio. Il motto: Rome nous appartieni, trovò in quei giorni la più insolente applicazione. I nobili si sfogavano con le arguzie; nelle sagrestie crescevano le maldicenze, e i bassifondi affilavano i coltelli. Il cardinale Antonelli, spirito scettico ma perspicuo, condensò, al suo ritorno in Roma, la politica pontificia in due verbi: tollerare per vivere. Senza i francesi non si rientrava, e senza di essi non si rimaneva, e bisognava subirli; del che i francesi si avvalevano per infliggere lezioni e umiliazioni. Il Baraguay, per far dispetto all’autorità ecclesiastica aveva permesse le maschere e il can-can al Metastasio non solo, ma aveva fatto assolvere dal tribunale militare il Cernuschi, che il triumvirato fece arrestare a Civitavecchia, e voleva cacciare in galera. Lasciò fuggire il famoso padre Achilli, il quale, durante la repubblica, aveva gettato la tonaca domenicana, preso moglie e ostentato culto protestante. Triumvirato e vicariato reclamavano l’Achilli, e se l’avessero avuto nelle mani, l’avrebbero fatto impiccare senza complimenti.


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L’impulsivo Baraguay, che riusciva qualche volta simpatico per queste lezioni che infliggeva, e aveva piantato il tribunale militare nel palazzo dell’accademia ecclesiastica, e, impipandosi delle proteste del cardinal Patrizi, faceva occupare dai soldati i locali del Sant’uffizio, non ebbe, ripeto, punto tatto con l’aristocrazia. I suoi ricevimenti al palazzo Colonna erano misera cosa; i suoi balli destavano il riso, con camerieri in giacchetta, rinfreschi omeopatici e cene irrisorie. Essendo celibe, gli onori di casa erano fatti dalla signora Sauvant, moglie del generale comandante la piazza, e questa signora vestiva in abito «di suprema confidenza», ricorda un superstite. Al ballo dato la sera del 28 gennaio, e al quale intervenne il generale De Cordova, comandante il corpo di spedizione di Spagna, co-