Pagina:De Cesare - Roma e lo Stato del Papa I.djvu/59

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richiamo del baraguay - nuove tasse 41

populo, sulla loggia del palazzo Madama. Sino al 2 ottobre di quello stesso anno 1850 se n’era bruciata per 3,687,600 scudi, sostituita con boni del tesoro e piccoli titoli di rendita, e con nuovi spezzati di argento e di rame, che si facevano coniare nelle zecche di Roma e di Bologna. Con la banca pontificia si agì più sollecitamente. La sua carta fu riconosciuta alla pari, e cambiata in parte con buoni del tesoro; e per darle un compenso del prestito di 300 mila scudi al saggio del 2 1/2 %, che ella fece al governo, le fu concessa la coniazione di 400 mila scudi in oro e in argento ogni anno. Ne rimanevano in circolazione altri 3 milioni e mezzo, la maggior parte di boni, ma con questi, ridotti notevolmente di valore, il governo se la sbrigò con una notificazione turca, la quale fe’ noto che rimanevano in corso fino al 15 ottobre, e dopo quel giorno sarebbero barattati nella sola cassa della Depositeria, e fino al 25; dipoi non avrebbero avuto più corso.

Si osservi che la notificazione portava la data del 26 settembre, e perciò tutto venne liquidato in un mese, con non lieve danno della povera gente, singolarmente delle campagne. Se premeva far sparire quei ricordi dei «sedicenti governi provvisorio e repubblicano», cominciavano, nello stesso tempo, più dolenti note. Il 21 luglio 1850 il segretario di Stato pubblicava un editto, col quale, a causa del forte disavanzo fra le spese e lo rendite presunte, disavanzo che cresceva col nuovo debito pubblico, si aumentava di un bimestre la dativa erariale del 1851; e l’aumento era ripartito in quattro rate eguali. Si chiamava «dativa» la tassa sui terreni, o fondiaria. Con lo stesso editto s’imponeva una tassa straordinaria sulle comunità dello Stato, per la somma di un milione di scudi, ripartita fra i comuni in ragione composta del rispettivo censimento, e con facoltà ai municipii, che non avevano margine nell’attivo del proprio bilancio, di aumentare le contribuzioni esistenti, o di metterne delle nuove. Un sistema, che il più disinvolto non si sarebbe potuto immaginare! Pareva che tale aumento fosse limitato al 1851, ma nel febbraio dell’anno seguente l’editto ricomparve, aumentando definitivamente di un bimestre la dativa, e ripartendo l’aumento in sei rate, eguali; riportando il prezzo del sale a quello del 1847; imponendo inoltre sui comuni una