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richiamo del baraguay - nuove tasse 49

trollo rigoroso, gli operai addetti alla stamperia si appropriavano fogli interi di francobolli, che vendevano per proprio conto a metà prezzo. E gli impiegati postali non li annullavano, anzi li staccavano dalle lettere per rivenderli. Si aspettò tre anni, prima che il sopraintendente generale delle poste, don Camillo Massimo, diramasse una circolare, in data 23 ottobre 1855, ai direttori delle poste, che stabiliva un tipo di timbro per l’annullamento. E nel luglio del 1866 avendo il governo pontificio adottato il sistema decimale francese, un altro regolamento del ministro monsignor Ferrari stabilì una nuova emissione di francobolli, con mutate dimensioni e colori, cominciando da 2 centesimi fino a 80, e fissati così: 2 centesimi, verde; tre centesimi, cenere; 5, bleu tourquoise, poi mutato in grigio rosa e in grigio verde; 10 centesimi in arancio, poi vermiglio; 20, rosso; 40, giallo; e 80, rosa. Il 21 settembre 1867 furono apportate altre modifiche suggerite dal Massimo, e i nuovi clichès furono eseguiti dal Montarsolo fonditore di caratteri, come il Valagna. L’ultima emissione fu fatta alla fine di febbraio 1868, con piccole variazioni di colori. Nell’ottobre 1870 i francobolli papali vennero soppressi e sostituiti da quelli del governo italiano. E qui per sentimento di giustizia si deve ricordare che il governo pontificio fu il primo in Italia ad introdurre i francobolli postali: prima di Napoli, che li adottò nel 1857, e contemporaneamente alla Toscana, a Parma e a Modena, per effetto della stessa convenzione postale fatta nel 1851 con l’Austria. Il libro del Moens, così ricco di notizie su questo argomento, tace circa l’introduzione dei francobolli nelle poste Sarde1.


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Furono prorogati i termini per la rinnovazione delle iscrizioni ipotecarie, e fu istituito il consiglio di Stato, composto di nove consiglieri ordinari e quattro straordinari, e diviso in due classi: la prima concernente «materie governative o meramente amministrative»; e l’altra pel contenzioso. Nessuna fa-

  1. Timbres de Naples et de Sicile par G. B. Moens. Bruxelles, au bureau du journal Le timbre-poste.